domenica 10 ottobre 2010

LETTERATURA FRANCESE IN LINGUA D’OIL

LETTERATURA FRANCESE IN LINGUA D’OIL : EPICA ROMANZA, origini e diffusione. ROMANZI CICLO CAROLINGIO- CICLO BRETONE.
 (vedi: L’epica romanza: le abbazie e le corti, pp. 51- 57)

 La letteratura francese in lingua d’oil comprende i primi poemi epici medievali:
 LE CHANSONS DE GESTE, poemi epici a carattere narrativo che esaltano lo spirito religioso, patriottico e guerriero dell’aristocrazia francese.  Tali poemi narrativi di argomento eroico e guerresco risultano fondati su un nucleo contenutistico di storicità reale o presunta. La canzone di gesta è legata all’accompagnamento musicale (da cui il termine chansons), è proposta al pubblico nell’esecuzione di un giullare o di un professionista della narrazione. Il termine geste (in italiano”gesta”) traduce il latino” res gestae” cioè le “imprese” o il “racconto delle imprese” : a livello strutturale, le chansons de geste sono scritte in “Lasse”. La  “Lassa” è una struttura metrica tipica dell’epica romanza che prevede un insieme di versi legati da rima oppure da assonanza. Il numero dei versi all’interno di ciascuna lassa è variabile. I versi delle lasse sono generalmente decasillabi oppure ottosillabi. Le canzoni di gesta erano eseguite con l’accompagnamento di una melodia presso le corti  dei signori o anche in luoghi pubblici (nelle piazze, nelle vie di pellegrinaggi), da giullari professionisti o da cantastorie. Sono opere d’intrattenimento e di propaganda.
Il  primo poema epico in volgare è la CHANSON DE ROLAND (vedi pag. 56), scritta nell’ultimo quarto del sec. XI in antico francese, la lingua d’oil parlata nel Nord (sopra la linea ideale che congiunge il fiume Loira alla Garonna).  L’identità dell’autore rimane avvolta nel mistero, anche se il manoscritto più antico, copiato in terra inglese alla fine XI sec., si chiude con la firma “Turoldo”, ma non si sa se costui fosse l’autore, il copista amanuense oppure il giullare che soleva recitare la chanson. Le vicende narrate nella  Chanson  si riferiscono ad un preciso fatto storico: la sconfitta della retroguardia di Carlo Magno a Roncisvalle ad opera di montanari baschi e la morte del paladino del re, il conte Orlando, che risalgono storicamente all’anno 778. Nella Chanson tale episodio, che si colloca nell’ambito del tentativo di arginare l’espansione araba in Occidente,  è amplificato e trasfigurato in uno scontro epico grandioso durato sette anni, tra i Francesi e i Saraceni ritenuti dalla Cristianità un popolo di infedeli, politeisti e idolatri.
Il personaggio di Orlando è quello dell’eroe cristiano, audace cavaliere e combattente, dotato di coraggio e di uno smisurato senso dell’onore. Egli è pronto a difendere con le armi, fino all’estremo sacrificio della morte, la fede cristiana e il proprio sovrano: Rolando deve infatti garantire un’assoluta fedeltà a Carlo Magno, dal quale dipende la sicurezza della Francia e di tutto l’Occidente cristiano, minacciato dagli Arabi. La chanson de Roland, come tutte le chansons de geste, esprime alcuni temi fondamentali della cultura cortese: la fedeltà alla propria terra, al proprio signore feudale, alla fede cristiana, l’amore per la gloria e la prodezza guerriera, il coraggio e la virilità eroica.
Le chansons de geste si diffondono dalla Francia in tutta Europa: Inghilterra, Spagna, Italia. La tradizione epica iberica è dominata da Il cantare del Cid, poema epico scritto alla metà del XII sec. e incentrato sulla vicenda storica reale di un feudatario locale.
 Le chansons de geste francesi sono i poemi epici che rientrano nel cosiddetto “CICLO CAROLINGIO”, ispirato alle imprese di Carlo Magno e dei suoi fedeli paladini, tra cui spicca Orlando, contro i Saraceni. Il capostipite è il  testo più celebre e antico: la Chanson de Roland.

Esiste poi un altro filone principale di produzione letteraria in lingua d’oil, che
fiorisce  Francia settentrionale:
IL CICLO BRETONE detto anche “materia di Bretagna”.
Tale ciclo comprende poemi e romanzi cavallereschi basati su leggende di matrice celtica e bretone che hanno per protagonisti Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. I poemi del ciclo bretone sono diversi rispetto a quelli del ciclo carolingio, non più dominati dal sentimento religioso e patriottico, bensì da un fervido spirito di avventura., I personaggi in essi celebrati sono cavalieri erranti e dame: Artù, Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, Perceval, Galvano, il Santo Graal. Essi,  animati da spirito d’avventura e soprattutto dall’amore, vivono in un mondo  avvolto dal fascino dell’ignoto, nel quale abbondano maghi e incantesimi, combattono e affrontano pericoli soprattutto per acquistare merito presso la donna amata.  Il maggiore poeta del ciclo bretone è
  CHRETIEN DE TROYES, autore del Lancelot, del  Cliges, dell’ Yvain, del Perceval.
Altri autori rilevanti furono
  THOMAS e BEROUL i quali elaborarono un altro grande tema che appassionò il medioevo: il romanzo di  Tristano e Isotta (vedi pagg. 79-81 e pag. 84) . La leggenda appartiene al patrimonio narrativo e folcrorico celtico. L’ambientazione e l’onomastica fanno supporre che essa abbia avuto origine in territorio inglese, tra la Cornovaglia e le regioni a Nord della Gran Bretagna. Già nei secoli dell’alto Medioevo, la leggenda circolava in forma orale nella Francia Settentrionale. I testi scritti più antichi sono in Francese e in versi e risalgono alla seconda metà del XII sec. quando il poeta anglonormanno Thomas e il normanno Beroul si ispirarono alla storia dei due amanti per comporre i loro romanzi in versi. Nel corso del Duecento la storia fu riscritta in prosa e rifusa all’interno dei grandi cicli romanzeschi dedicati al mondo di Re Artù e dei suoi cavalieri e alle avventure legate alla ricerca del santo Graal, il mitico vaso nel quale fu raccolto il sangue di Cristo. In questa forma il romanzo di Tristano e Isotta fu conosciuto anche in Italia, sia nella lingua originale (francese antico), si in traduzioni italiane. Il romanzo scritto da THOMAS, il Tristano,  è il piu antico dei testi dedicati ai due amanti.. fu scritto in anglonormanno, la lingua madre dell’autore; probabilmente fu scritto in Inghilterra, per un pubblico cortese, intorno alla metà del XII sec. homas, sulla cui identità possediamo poche notizie, doveva essere un chierico, che afferma di non aver mai sperimentato la passione d’amore. Tuttavia dedicò tutte le sue fatiche letterarie a coloro che amano, allo scopo di fornire loro un esempio delle traversie e delle pene d’amore subite dagli innamorati, specie quando essi infrangono le regole sociali, come Tristano e Isotta.

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